- studio delle caratteristiche specifiche della struttura dell’Anagrafe Nazionale della Biodiversità di cui L n 194/2015 (ipotetico data base e sue voci costitutive).
È stata svolta, entro i primi tre mesi di progetto, un’attenta analisi delle specifiche tecnico-scientifiche che le schede descrittive delle cultivar devono contenere per poter inserire i dati sulle cultivar lombarde trattate nell’Anagrafe Nazionale della Biodiversità, che sarà verosimilmente operativo a breve.
- ricerca bibliografica sulle collezioni esistenti delle varietà tradizionali lombarde e delle entità già note in letteratura.
Nei primi cinque mesi di progetto è stato fatto uno studio accurato della letteratura disponibile e si è proceduto alla consultazione dei database delle principali banche genetiche italiane e internazionali dedicate alla conservazione del germoplasma, con l’acquisizione anche della letteratura grigia e di eventuali data base non pubblici.
In questa fase si sono effettuati sopralluoghi delle collezioni di landrace presenti in collezioni ex situ in Lombardia e Italia, sia per specie a seme che legnose e ci si avvalso anche dell’utilizzo di questionari.
- allestimento di prove di confronto varietale per la caratterizzazione morfologica delle cultivar tradizionali locali studiate di interesse per la Lombardia.
Per quanto possibile e solo per entità di particolare difficoltà, sono in fase di avvio prove colturali sperimentali presso l’Orto Botanico dell’Università di Pavia, oppure presso centri di ricerca specializzati (es. CREA, Università Cattolica di Piacenza). Le prove di coltivazione si terranno sia in aiuole, sia possibilmente in pieno campo (primavera 2020) che in serra (tutto l’anno) per fornire i dati necessari alla caratterizzazione morfologica e alla preparazione delle schede descrittive delle varietà tradizionali individuate in collezioni già esistenti, almeno per le principali cultivar tradizionali lombarde. Obiettivo finale è l’iscrizione delle risorse fitogenetiche tradizionali lombarde utili all’Anagrafe Nazionale della Biodiversità di cui alla L. n. 194/2015, che sarà poi a cura della Regione Lombardia (in questo progetto vengono create le premesse tecnico-scientifiche a tale iscrizione).
- compilazione di dossier varietali per le entità trattate (non meno di 15).
Come schema di riferimento per la redazione dei dossier varietali si utilizzeranno le schede di cui all’allegato 1 del DM n. 1862 del 18/01/2018 e le Linee guida MIPAAF (2013).
- conservazione ex situ di cultivar con seme con caratteristiche ortodosse (non meno di 15).
Questo avviene presso un centro unico in ambito regionale, rappresentato dalla Banca del Germoplasma vegetale dell’Università di Pavia, mentre si sta provvedendo anche all’individuazione di centri ulteriori di conservazione ex situ, sia pubblici che privati che svolgono un progetto pluriennale di conservazione, seppur specifico per varietà (es. CREA per mais, ecc.). Le operazioni di seed banking sono eseguite secondo i protocolli standard internazionali (ENSCONET, FAO), che prevedono la pulizia del campione, la sua disidratazione a 15°C fino al raggiungimento di una percentuale di umidità relativa intorno al 15% (pari ad un 3-4% di contenuto in acqua) e il suo successivo congelamento (-20°C) per mantenere inalterata la vitalità dei semi. La fase di pulizia dei semi (separazione di questi ultimi dai frutti e altro materiale vegetale presente nel campione) viene eseguita sia manualmente che con l’ausilio di setacci metallici ed apposite macchine ad aria insufflata (Agriculex), facendo attenzione a separare la porzione di semi maturi e vitali dal resto del materiale vegetale raccolto e dai semi immaturi, abortiti o infestati da insetti o parassiti di origine fungina. I semi sono infine quantificati numericamente e tutti i dati relativi all’accessione (campione di semente) riportati in apposito data base informatizzato, per le 15 entità minime da trattare. Si prevede infine l’avvio delle procedure per l’invio di duplicati anche alla Svalbard Global Seed Vault, con cui la Banca del Germoplasma dell’Università di Pavia ha in essere un’apposita convenzione.
- interviste agli “agricoltori custodi” per le cultivar trattate.
Sono previste varie visite in campo nelle diverse province lombarde per intervistare agricoltori custodi di potenziali landrace lombarde e raccogliere presso i medesimi testimonianze scritte (interviste) circa la loro acquisizione e mantenimento in famiglia/azienda, tecniche di coltivazione utilizzate, mantenimento in purezza e uso alimentare, mediante la compilazione di questionari e schede per i campioni di semi acquisiti. Da queste interviste saranno recuperate anche ulteriori informazioni utili alla compilazione dei dossier varietali e sarà inoltre possibile redigere un elenco di potenziali agricoltori custodi.
Per le interviste si utilizza un apposito questionario etnobotanico.
- attività divulgativa.
Il progetto prevede attività di comunicazione e divulgazione su tutte le fasi, dall’individuazione, recupero e caratterizzazione, alla conservazione e possibile valorizzazione delle cultivar trattate, almeno per grandi categorie e/o territori (es. Leguminose, Cucurbitacee, Mais, una valle alpina, una valle appenninica come esempi rappresentativi, un territorio di pianura, ecc…); tale attività si esplica attraverso la costruzione di questa apposita pagina web e la realizzazione di opuscoli (leaflet) informativi, sia in formato elettronico (pdf) che cartaceo.
- È prevista la realizzazione di una conferenza pubblica, possibilmente in occasione della Giornata Nazionale 2020 dedicata alla Biodiversità di interesse agricolo e alimentare.
- Un secondo evento pubblico, anche per riunire la nascente Comunità del cibo e della biodiversità, sarà organizzato in autunno, a Pavia, come Mostra/evento agricolo/culturale sul tema della salvaguardia delle landrace lombarde, in cui saranno illustrati i risultati del presente progetto.
- Inoltre si prevede la realizzazione di iniziative divulgative sui temi trattati presso le scuole, attraverso l’organizzazione di una serie di 3 laboratori didattici da 2 ore ciascuno, che saranno tenuti presso le scuole primarie e secondarie, durante i quali saranno illustrate le caratteristiche, i problemi di conservazione e le modalità di salvaguardia delle cultivar tradizionali locali presenti in Lombardia, con particolare riferimento alle Famiglie delle Fabacee, Cucurbitacee, Poacee e Poligonacee, sia attraverso proiezioni, che mostrando campioni delle cultivar agli studenti (es. erbari, esemplari vivi), in modo che possano imparare a conoscere e a riconoscere queste cultivar.
- Individuazione, almeno in fase esemplificativa e sperimentale, di due “Itinerari della Biodiversità agricola ritrovata lombarda”
Si utilizzeranno come zone campione due Aree Interne: Valchiavenna e Oltrepo pavese. Gli itinerari saranno articolati attraverso la visita a varie aziende agricole, opportunamente coinvolte, per consentire ai visitatori di vedere le cultivar tradizionali ivi coltivate e mantenute on farm. Questi itinerari saranno opportunamente pubblicizzati su questa pagina web dedicata al progetto e attraverso appositi leaflet.