1) individuare e incrementare la raccolta di nuovo germoplasma vegetale conservato in situ(on-farm)/ex situ;
- censimento delle collezioni esistenti delle cultivar tradizionali lombarde e delle entità già note in letteratura;
- loro recupero almeno parziale e conservazione ex situ, almeno per quanto riguarda quelle con seme (solo se ortodosse) presso un centro unico in ambito regionale, rappresentato dalla Banca del Germoplasma vegetale dell’Università di Pavia;
2) mettere a punto le conoscenze su cultivar specifiche, al fine dell’iscrizione delle landrace all’Anagrafe Nazionale della Biodiversità, di cui alla Legge n. 194/2015 (vedi All. 1 del DM n. 1862 del 18/01/2018);
- individuazione, almeno per 15 cultivar trattate, di possibili “agricoltori custodi” e raccolta presso i medesimi di testimonianze scritte (interviste) circa la loro acquisizione in famiglia/azienda, le tecniche di coltivazione adottate e mantenute tradizionalmente, il mantenimento in purezza e l’uso alimentare;
- corretta caratterizzazione morfologica e individuazione delle risorse tradizionali locali studiate almeno per le principali cultivar tradizionali lombarde, finalizzata alla futura iscrizione delle risorse locali all’Anagrafe Nazionale della Biodiversità di cui alla L. n. 194/2015;
- caratterizzazione agronomica delle cultivar tradizionali, almeno per quanto riguarda i mais, nonché di altre entità ortive sempre a ritmo annuale;
3) attuare iniziative di divulgazione dei risultati di progetto verso gli agricoltori, le scuole e in generale i consumatori e tutti gli stakeholders
- comunicazione delle attività svolte per l’individuazione, recupero, caratterizzazione, conservazione e possibile valorizzazione delle cultivar trattate;
- individuazione, almeno in fase esemplificativa e sperimentale, di due “Itinerari della Biodiversità agricola ritrovata lombarda”;
- primo tentativo di costituzione a livello regionale di una “Comunità del cibo e della biodiversità” di cui alla L. n. 194/2015, dedicata alle landrace lombarde.